A Roma grazie alla collaborazione con il “Centro di Ricerca DigiLab” dell’Università La Sapienza e CoopCulture è nato ArcheoVerso, un progetto totalmente innovativo che punta ad esplorare le potenzialità del digitale per valorizzare il patrimonio culturale immateriale e materiale.
Sfruttando la consuetudine degli utenti a praticare esperienze immersive all’interno di siti culturali, Archeoverso consentirà ad appassionati e visitatori un’opportunità di visita del tutto fuori dal comune.
L’iniziativa, che rientra all’interno di un percorso già avviato tra i due enti promotori, prevederà lo sviluppo di un ecosistema metodologico e tecnologico al fine di individuare le espressioni migliori per la creazione, la fruizione e l’interazione nella realtà aumentata.
Si concretizzerà inoltre con la scelta di siti e musei all’interno dei quali sarà realizzato un ambiente virtuale accessibile da remoto che andrà a supporto del normale processo di visita di un bene culturale. In questo modo, l’utente finale potrà accedere al sito culturale usufruendo anche di vari servizi integrativi.
A questo proposito Paola Buzi, direttrice del Digitalab tiene a precisare :
“Nel concreto, in ArcheoVerso verranno integrate esperienze virtuali e reali applicate a un selezionato numero di luoghi della cultura. Per ogni sito o museo individuato verrà creato un ambiente virtuale fruibile sia in remoto che in presenza, a supporto e non sostituzione del normale processo di visita, integrando una serie di servizi, mediante il digitale, altrimenti non fruibili normalmente. Un vero e proprio metaverso archeologico”.
Si tratterà quindi di costruire delle esperienze immersive che permetteranno di visitare beni e siti culturali stando comodamente a casa. Considerando infatti le potenzialità positive del metaverso nel mondo culturale, l’obiettivo del DigitaLab è quello di ottenere un’analisi precisa sulla fruizione e sull’interazione degli utenti all’interno degli spazi digitali. Sarà altresì importante, utilizzare i vantaggi del digitale, applicati agli enti culturali, valutandone anche gli impatti economici.
Si stima infatti che il mercato connesso alle applicazioni tecnologiche e agli indotti delle visite virtuali, già nel 2026, potrebbe raggiungere i 750 miliardi di dollari e dunque uno degli aspetti da tenere in considerazione, guardando al futuro, sarà proprio quello di valorizzare la cultura sfruttando l’intelligenza artificiale e cercando di costruire dei modelli di intervento che possano essere replicati su tutto il territorio nazionale.
A fare da apripista alla prima fase del progetto saranno le Case Romane del Celio. Uno dei più antichi complessi della Capitale che ancora oggi viene considerato poco noto.
Il bene, scelto per favorire un turismo più sostenibile relativo al grande afflusso di turisti nei pressi del Colosseo, sarà utilizzato per monitorare i risultati raggiunti tramite
l’implementazione tecnologica e consentirà la possibilità di creare nuovi modelli replicabili su vasta scala nazionale. In questo modo si avrà un punto di riferimento per raggiungere gli obiettivi strategici del progetto che riguardano la smart mobility, la valorizzazione di percorsi secondari e la creazione di comunità di sostegno e sviluppo.
Alessia Mancini