Eraldo Affinati e Le città del mondo

Eraldo Affinati è uno scrittore che affianca alla scrittura l’altra sua grande vocazione che è volta all’insegnamento. Insieme alla moglie Anna Luce Lenzi fonda la scuola Penny Wirton che si occupa di insegnare l’italiano agli stranieri.

Proprio questi incontri di ragazzi e ragazze che chiedono, semplicemente, di vivere la loro età senza porsi quesiti troppo complessi e difficili, senza dover fuggire da violenze, fame o guerre, Affinati lo riporta nei suoi libri e uno di questi è, per l’appunto, Le città del mondo.

In questo libro, una sorta di memorandum di viaggio (viaggio effettivamente avvenuto come, anche, quelli fatti nella dimensione onirica) che apre, attraverso le citazioni di alcuni particolari, o l’uso di alcuni sensi, le porte verso un’altra dimensione rispetto a quella del qui ed ora.

 Affinati come struttura Le città del mondo

Eraldo Affinati compone Le città del mondo con una struttura tripartitica: si inizia con Le città conosciute e ne presenta quattro tanto diverse tra loro e, a volte, nemmeno collegate tra di esse. Poi si passa alla categoria mentale de Le città sognate e qui c’è la descrizione di città e culture, sguardi e gesti che il sognatore Affinati si concede e ci concede. Fascinato da un particolare che sembra contenere in sé stessa il dolce profumo della madeleine di Kundera. Anche qui troveremo quattro città e, infine, il viaggio continua con Le città inventate. Affinati decide, a questo punto di mostrare un’altra parte di se stesso e lo fa attraverso la sua capacità di inventare mondi che non esistono (almeno fino ad ora) e che vogliono sopperire ad alcune mancanze tipiche della nostra realtà, del nostro mondo, l’unico c he abbiamo conosciuto.

E se il prologo è affidato a New York, Affinati ci regala un epilogo della narrazione attraverso le strade e le tensioni religiose e culturali di Gerusalemme.

 Chi è Affinati? 

Scrittore romano, ha un rapporto con Roma che è intenso tanto da continuare a preferirla come sua tana. Eraldo Affinati  è un viaggiatore ma non solo per via delle località che ha avuto modo di visitare ma per la spinta personale ed umana che lo hanno spinto ad interagire con persone appartenenti a culture diverse dalla propria. Un modo di scoprire sempre più lati di se stesso e di tutto quello che c’è oltre noi. Attraverso gli sguardi increduli, curiosi e, anche, frastornati di alcuni bambini e bambine che Affinati ha incontrato e continua ad incontrare nella sua scuola per stranieri; egli apprende il mondo, impara a viverlo in più prospettive, con uno sguardo più universale.

Questo libro, edito Feltrinelli, è assolutamente piacevole, di compagnia e offre molti spunti di riflessione senza mai essere tedioso. Affinati ci porta con sé, nascosti in una valigia e ci da la possibilità di fare capolino (come d’altronde fa anche lui) tra alcune città del mondo. Tutte uniche e tutte speciali.

Ludovica Cassano

 

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