Il nome della rosa

Uno dei romanzi più importanti dello scrittore di Alba, Umberto Eco che con questo romanzo
vinse il prestigioso Premio Strega oltre ad una popolarità straordinaria.
Un romanzo – complesso – che mischia abilmente vari piani di lettura; il più superficiale è la storia di
investigazione che vede un frate ed il suo novizio, ospiti di un monastero benedettino e delle sue
regole monastiche. Via via che si scende più a fondo, ne Il nome della rosa, si notano elementi storici
che caratterizzavano la vita medievale di quel particolare periodo (non dimentichiamo l’approfondita
conoscenza che l’autore aveva del Medioevo) e che vedono lo scisma tra correnti nell’ambito
religioso, i simoniaci ed ertici, le persecuzioni dell’Inquisizione … e tutto questo immerso in un
popolo sempre più affamato, un mondo esterno, mentre tra le mura dell’abbazia vige la preghiera e il
benessere.
Ma c’è dell’altro perché eco si diverte a far riapparire un libro scomparso, un libro proibito (quanto
deve essersi divertito, proprio lui che adorava immensamente i libri) e questo libro diventa
l’assassino. Ma nulla è come sembra.
L’anno è simbolico anch’esso e si tratta del 1327.

I protagonisti de Il nome della rosa 

I due protagonisti principali, de Il nome della rosa, sono un frate (ex inquisitore pentito) francescano
inglese di nome Guglielmo Da Baskerville che si reca in un monastero di regola cluniacense nelle
Alpi piemontesi. Si reca lì con il suo novizio Adso Da Melk per un incontro tra la delegazione
pauperistica e quella della curia di Papa Giovanni XXII, che aveva sede ad Avignone. Quindi abbiamo
già un tumulto anche se si tratta di un terremoto interno al mondo cattolico e alla corruzione che in
essa dimora.Ad un certo punto, però, la situazione si complica ulteriormente perché iniziano ad apparire una serie
di cadaveri nell’abbazia (in attesa dell’incontro); si tratta di monaci dell’abbazia stessa, ritrovati con
la lingua e alcune dita nere. Si pensa, visti i tempi bui, all’Apocalisse.
La trama descrive la complessità di un periodo estremamente inteso, affascinante e complesso della
storia umana, carico di tensioni, spinto dal credo e dalle convinzioni, regolato rigidamente da rituali
fissi ed immutabili. Ma se la fede vacilla cosa accade? Questo è il dubbio che viene insinuato dallo
scrittore.
In tutto questo un altro focus importante è dato alla meravigliosa biblioteca dell’abbazia che era la
dimora di migliaia e migliaia di testi e proprio in questo labirinto, i due frati inseguiranno il colpevole
ma ne decreteranno la distruzione.

Il nome della rosa al cinema 

La versione cinematografica venne diretta dal regista francese Jean-Jacques Annaud e che vede
come protagonista principale, nei panni del frate Guglielmo Da Baskerville, Sean Connery e come
Adso Da Melk, Christian Slater. Va menzionato, però, tra gli altri, Ronald Francis Perlmar (che
interpretava il monaco Salvatore).
Un film davvero ben costruito e perfetto, giustissimo il luogo in cui è stato ambientato, accuratissimo
nei particolari (che realmente si rifanno al testo) e pieno di quelle tinte scure tipiche dell’immaginario
medievale.
Il nome della rosa resta un capolavoro indiscutibile che permette una immersione totale in un tempo
lontano ma che ha ancora tanto da insegnare a tutti noi.

Ludovica Cassano

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