Kaos, una serie TV dal sapore classico

Per puro caso mi è capitato di vedere una serie che ho trovato davvero deliziosa: si tratta di Kaos, composta di 8 episodi di circa 45-60 minuti l’uno, che narra le vicende degli Dei dell’Olimpo ma in chiave rivisitata ed ambientata nei nostri giorni.

Nulla di nuovo, fino ad ora, ma la trama è ricca di avvenimenti come solo la mitologia classica sa fare: le vicende di Arianna e del re Minosse si intrecciano alla storia d’amore di Orfeo ed Euridice e, quindi, c’è il “viaggio dell’eroe” verso l’amata e la discesa nel buio regno della morte affidato alla custodia di Ade. A questo punto la famiglia degli immortali si completerà con Poseidone (reggente dei mari), Era (moglie di Zeus) e delle sue Tacite (donne devote alla dea, private della loro lingua per non poter raccontare i segreti della loro signora), Dioniso (figlio bastardo di Zeus) e lo stesso re dell’Olimpo (Zeus stesso). Questi Dei si presentano oziosi, annoiati, troppo spesso auto referenziati e capricciosi; per questo si divertono interferendo nelle vite dei mortali oppure cercando di fare ammenda.

Kaos, sbirciamo nella narrazione 

Ma come fanno ad essere immortali? Qui c’è la vera grandezza, a mio avviso, della narrazione perché gli sceneggiatori non si limitano a narrare (a volte con un tocco di fantasia!) vicende comunque conosciuta ai molti ma aggiungono un loro particolare tocco che spiega il motivo fondamentale che rende, comunque, gli esseri umani (mortali) così importanti per loro: proprio noi umani siamo la linfa per la loro immortalità (ma non racconterò come ciò avviene per non spoilerare troppo!).

Basti pensare che tre esseri umani potrebbero far realizzare la profezia capace di far crollare tutta l’impalcatura perfetta dell’immortalità di Zeus e di tutto il mondo degli eletti Dei. In tutto ciò ho, volontariamente, omesso che il narratore onnisciente della narrazione è un fantastico Prometeo. Per chi di voi non conosca questa figura mitologica si tratta di colui che rubò ai primordi della nostra specie il fuoco agli Dei per farcene dono e permetterci di evolverci e divenire chi siamo; a causa di questa ribellione Zeus lo punì legandolo ad una rupe e costretto alla tortura perenne: gli sarebbe stato divorato il fegato da un’imponente aquila in un rito continuo poiché proprio il fegato sarebbe ricresciuto ogni notte per diventare il pasto del mostro il giorno successivo. Il mito di Prometeo è un ammonimento per coloro che decidono di trasgredire al potere ma è anche la celebrazione di quanto la ribellione (fisica ma anche intellettuale) possa far male a chi è al comando.

Prometeo è colui che, in qualche modo, è a conoscenza della profezia di Zeus e decide di subire per secoli la sua condanna in attesa che gli eventi fossero congeniali e che il fato del capo degli Dei si compisse e (la beffa della narrazione è questa!) che fosse proprio tre umani ignari coloro che l’avrebbero fatta realizzare.

 Uno sguardo sul cast di Kaos 

La serie TV Kaos funziona anche perché il cast che la compone è davvero di tutto rispetto. Se pensiamo, per esempio, a Prometeo è evidente che la scelta di Stephen John Dillane (reso celebre con l’interpretazione di Stannis Baratheon ne Il Trono di Spade), oppure lo stesso Zeus (interpretato dal sorprendente Jeff GoldBlum ma anche Ade è stato il frutto del lavoro certosino del grande David Thewlis.

Per quanto riguarda l’ambientazione della serie si spazia tra Spagna, Regno Unito ed Italia; per quanto riguarda il nostro Bel Paese la scelta è ricaduta sulla Reggia di Caserta (dimora degli Dei) e su Villa d’Este a Tivoli (per i giardini del Monte Olimpo).

Non mi resta che auguravi buona visione!

Ludovica Cassano

Guardala qui:

Kaos, la serie tv

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