L’uomo nell’alto castello è una serie composta da 4 stagioni che è attualmente in programmazione su Prime Video (canale in abbonamento di Amazon).
Basato sulla storia realizzata da Philip K. Dick, narra le vicende di un mondo distopico nel quale la storia – come noi siamo abituati a conoscerla – è variata e dove gli Stati Uniti d’America (e i loro alleati) hanno perso la Seconda Guerra Mondiale. Il Mondo – perciò – è sotto l’egemonia dei nazisti e dei giapponesi.
Questo è l’incipit di una trama che terrorizza – da un lato – ma è anche familiare (soprattutto considerando i trend politici degli ultimi anni). Il Mondo come lo conosciamo noi non è mai esistito, o meglio è spaccato ma non tra le superpotenze che hanno caratterizzato la Guerra Fredda quanto tra due modi di pensare e vivere diametralmente opposti: I tedeschi del Reich e i giapponesi imperiali e tradizionalisti.
L’ambientazione precisa – è il 1962 – e questo equilibrio di poteri tra le due superpotenze vincitrici non si percepisce solo in Europa (che logicamente non è mia nata) e i territori dell’Est globale ma anche negli Stati Uniti che hanno subito una sorte simile a alla Germania e a Berlino per come li abbiamo conosciuti noi dove Il grande territorio americano è diviso in tre territori: spaccato longitudinalmente in tre porzioni ovvero nazista e nipponica e, al centro, uno spicchio più piccolo di zona neutrale. Una sorta di terreno cuscinetto tra le due superpotenze.
Gli ebrei che sono riusciti a scappare in America o in Oriente sono costretti a rimanere nell’ombra perché sono ancora considerati impuri. Qui vediamo dei giovani, di sponde differenti, che entrano nella narrazione un po’ artefici del loro destino ma, anche, vittime inconsapevoli.
L’uomo nell’alto castello e i suoi personaggi
La serie TV è ben fatta, realizzata con il giusto dosaggio di effetti speciali (mai realmente percepiti) e da un cast di attori sconosciuti o poco noti (se non ad esperti di produzioni americani di seconda scelta).
Si tratta di una narrazione corale dove abbiamo tutto il mondo dei gerarchi militari e politici da ambo gli schieramenti, una serie di civili e moltissime comparse legate alla malavita, insurrezione ecc.
Non dobbiamo dimenticare la vera miccia che farà esplodere una serie di trame e sottotrame che è, appunto, l’uomo nell’alto castello che produce sottobanco delle bobine contenenti moltissime immagini di repertorio – quelle che, in realtà, conosciamo anche noi – quindi si genera una sorta di cortocircuito tra fatti reali e fatti distopici (almeno dal punto di vista del telespettatore).
In questo marasma di vero – per noi da questa parte – e per loro ci sono le vicende di Juliana Crain (Alexa Davalos), Franck Frink (Rupert Evans) e Joe Blake (Luke Kleintank). Sono tre giovani destinati ad incrociarsi che si troveranno in varie sponde nella vicenda ma tutti assillati che le immagini delle bobine possano essere vere e spinti da una forte e latente speranza in un futuro diverso. Il nostro.