Amy Lowell, poetessa simbolo di un cambiamento

Poetessa, vincitrice del premio Pulitzer, e fuori dagli schemi.

Amy Lowell è una figura fondamentale per descrivere l’emancipazione femminile tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo. Una figura femminile non abbastanza nota per quel che realizzò e rappresentò.

Cosa possiamo dire di Amy Lowell?

La Lowell rappresenta una delle figure femminili più controverse del suo tempo.

Fu una donna coltissima ed emancipata ma anche la più grande prigioniera di se stessa.

La vita della Lowell si deve descrivere in modo progressivo, cercando di non omettere nulla nemmeno piccoli particolari perché fu tutto ed il contrario di tutto.

Nasce nel 1874 a Brookline, un quartiere di Boston, nel Massachusetts, in una famiglia davvero molto importante al punto che lo stesso quartiere in cui visse era stato fondato proprio da un suo antenato.

Amy cresce in un ambiente familiare colto e prestigioso. Il padre fu uno dei rettori della celebre Harvard University, mentre uno dei suoi fratelli, Percival Lowell, fu uno studioso di astri molto famoso ( scopritore del pianeta Plutone). Perennemente in cerca di nuove comete o pianeti e grandissimo viaggiatore. Proprio Percival la conduce al mondo dell’Oriente che tanto ne condizionerà la scrittura. Tra i suoi avi si può trovare anche il famoso poeta americano Robert Lowell.

Insomma Amy cresce nella famiglia più importante della sua città ed una delle famiglie più influenti degli Stati Uniti. Sempre sotto i riflettori.

Proprio questa loro situazione familiare così agiata e prestigiosa sarà la prima forma di condanna per la giovane Amy.

Pur essendo una ragazza agiata non riesce a vivere serena per via del suo aspetto fisico: Amy è una bambina fuori dagli schemi richiesti all’epoca essendo grassa e non esteticamente carina.

I genitori, soprattutto il padre, la costringono a lasciare la scuola per proseguire gli studi in casa in modo da poterla nascondere al mondo. Le precludono la vita sociale anche se non le impediranno mai di limitare la propria formazione e cultura.

Svilupperà, in conseguenza di ciò, una bulimia nervosa che peggiorerà la sua autostima ma che diventerà con il tempo la sua fonte di determinazione e di affermazione sociale.

Prima della poetessa. Amy Lowell una donna americana atipica

La Lowell inizia la sua vita da donna con la consapevolezza interiore di non poter essere la figlia che i genitori avrebbero voluto avere per via di quel suo corpo troppo invadente (il suo fu uno dei casi più eclatanti di obesità femminile).

Inizia perciò a considerare la propria vita lontana dagli altri/dalla collettività e vive una vita parallela rispetto al resto del mondo che la circondava: inizia a studiare, leggere, vivere di notte in antitesi al resto del suo mondo.

Una scelta dettata dal suo desiderio di auto-conservazione che cozzava con quello che sapeva essere un suo limite fisico. Possiamo anche aggiungere che questa decisione non fu una scelta facile: Amy soffriva del suo stato, della sua fisicità non apprezzata e di sentirsi continuamente un motivo di imbarazzo per la sua famiglia ma sentiva, anche, crescere dentro di sé il peso della costrizione sociale, delle logiche che avevano etichettato e imbrigliato la figura femminile. Pur consapevole, per via della sua cultura, di essere vittima di un sistema sessista non riesce a smarcarsi completamente da esso e iniziano degli episodi anche molto estremi: si racconta che avesse coperto tutti gli specchi di casa per non vedere la propria immagine riflessa.

Si adegua al suo stato nascondendosi ma mai da vittima; proprio la sua intima e consapevole decisione di continuare a studiare e leggere la notte saranno la sua affermazione e la sua capacità di evasione.

Sostenitrice dello studio alle donne proprio per permettere a qualsiasi donna di poter emanciparsi e trovare la propria strada nella vita in modo indipendente.

La sua seconda fase di vita e il Boston Marriage

Fu una donna davvero sopra le righe. Derisa dalla società che però attraeva a sé con il mistero della sua immensa cultura; non si piega ai meccanismi sociali ma si adatta ad essi traendone i benefici potenziali. Consapevole della sua posizione economica e della sua cultura che si poteva tranquillamente paragonare ad un uomo colto dell’epoca, Amy Lowell si emancipa cercando una strada del tutto innovativa.

Si capisce molto bene che la vera spinta nella sua vita è legata al mondo del teatro e della recitazione.

Sempre il teatro le consegnerà, infatti, una donna essenziale nella sua vita: Ada Russell. Ada era un’attrice, con figlia a seguito e un marito con poco o nulla in comune. Le due donne rompono gli schemi della società e si realizzano il Boston Marriage ( così chiamato dall’opera di Henry James The Bostonians). Si tratta di un fenomeno in voga negli anni 1910-1920.

Era una convivenza per dividere l’affitto e le spese domestiche in modo da non dover per forza vivere mantenuta da una figura maschile. Il Boston Marriage rompe gli schemi sociali aiutando donne in difficoltà a trovare la loro possibilità di realizzazione ed emancipazione

Lei, Ada e la figlia di Ada creano una sorta di nucleo familiare alternativo dove il focus era la convivenza intellettuale. Proprio con Ada e la figlia intraprenderà un viaggio in Europa nel quale incontrerà Ezra Pound ( grande esponente Imagista) e con il quale inizia una vera e propria competizione a colpi di pubblicazioni.

Si incontrarono nel 1913 in Inghilterra ma ben presto questo sentimento di ammirazione viene mal percepito e sminuito anche per le note un po’ troppo sentimentali che Pound intravede nella sua “discepola”. Una competizione che lo stesso Pound esaspera e che ironicamente chiamerà Amygismo per sminuire e scimmiottare le poesie di Amy Lowell.

L’Imagismo era la corrente poetica che nel secondo decennio del Novecento volle prendere le distanze da ogni eredità post-romantica flettendo la lirica alla cosiddetta prosa polifonica, sostituendo alla musicalità melodica modi vivacemente dissonanti e vicini al parlato.

L’adesione di Amy Lowell all’Imagismo è caratterizzata primariamente da una forte tendenza alla teatralizzazione della poesia, a originali forme di drammi in versi sulla scia delle raffinate e bizzarre performance in voga nei Little Theatres di cui Amy era appassionata spettatrice: brevi atti unici, quasi sempre monologhi, che anticipando il teatro dell’assurdo mettevano in scena drammi della solitudine (one man show) comici e graffianti.

La fase produttiva: Amy Lowell poetessa Imagista americana

In conseguenza di questa disillusione che Amy Lowell sperimenta nei confronti di Pound vengono alla luce alcune delle sue opere più importanti quali:

  • A Dome of Many-Coloured Glass e Some imagist poets ( 1915, 1916, 1917) Diffondendo il suo verbo (imagista o amygista) in veste di conferenziera itinerante fino al suo ultimo giorno, rivelando un’energia e una capacità di interazione con i giochi editoriali e redazionali da indurre il suo contemporaneo Waldo Frank a definirla una manager d’eccezione.
  • poi ci furono le influenze francesi in Sword Blades and poppy seed (1914) fino a Men, women and ghosts ( 1916)

Amy Lowell può permettersi di andare dovunque voglia, disponendo, oltre che di un entusiasmo immarcescibile, di un patrimonio da ereditiera e di un fedelissimo autista personale.

Ma occorre citare anche:

  • What is ‘O Clock (1925) fu certamente la sua opera più popolare. Si tratta di un’opera dalla forte presenza Imagista poiché in inglese ‘O Clock esprime proprio la presenza superflua. Una raccolta di poesie che la Lowell compone spinta da questa visione e sarà proprio questa opera a far sì che Amy Lowell vincerà un Nobel nel 1926. Un anno dopo che l’autrice morì a causa di un aneurisma celebrale.
  • Il suo imponente lavoro di traduzione delle UKIJO-E giapponesi e di Utagawa Iroshige provando attraverso le parole a dare voce agli idiogrammi giapponesi. Usando parole semplici prive il più possibile di vezzi e orpelli, rompendo gli schemi dei versi e dei suoni e creandone di nuovi con nuovi ritmi. Sostenendo che la struttura metrica del verso è una gabbia (quasi la gabbia in cui essa stessa si era rinchiusa in giovane età tra bustini e specchi coperti) e che la vera poesia doveva seguire la vita e quindi essere un verso libero. Il verso del respiro.

Amy Lowell è una figura poco conosciuta ma resta tutt’ora una personalità estremamente di rottura con il passato e traghettatrice verso il futuro.

Una donna di cultura capace di far vertere la sua intera esistenza al servizio delle parole e di tutto il potere insito in ogni minima sfumatura di esse.

 

Ludovica Cassano

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