Se aveste voglia di vedere qualcosa di visivamente interessante e, soprattutto, di intrigante allora dovete necessariamente collegarvi alla piattaforma Prime Video e vedere la serie TV dal titolo Carnival Row.
Il tempo è quello dell’ingiustizia e quindi potrebbe essere collocato in un arco temporale lontanissimo da noi (per esempio, 1000 anni fa) come di adesso anche essere contemporaneo. Ad osservare i costumi, però, si comprende che si sta parlando di fine diciottesimo o primo decennio del diciannovesimo secolo con i suoi bustini, le gonne lunghe e vaporose e le bombette e le basette accentuate.
Carnival Row parla di un mondo immaginario; una fusione tra la vita vera e l’immaginario. Realtà e magia si mescolano ma, come sempre accade quando c’è di mezzo la specie umana, la tolleranza non è contemplata e regnano la violenza e la paura.
Carnival Row in pillole
La trama è alquanto semplice e c’è, com’è tipico del mondo fatato, una storia d’amore tra un uomo Rycroft “Philo” Philostrate (interpretato da Orlando Bloom), prima soldato e poi agente di polizia che incontra la fata Vignette Stonemoss (interpretata da una evanescente Cara Delevigne). Tra i due inizia un amore difficile, uno di quei rapporti perfetti in chiave shakespeariana che, però, travalicherà il tempo e lo spazio. Ciò che si capisce sin dai primi minuti è che si tratta di una serie che vuole enfatizzare una pericolosa “tendenza” contemporanea che ammicca sempre più al razzismo e alla chiusura, una società dove le ricchezze sono nelle mani dei pochi ed i poveri diventano sempre più reietti. Ecco Carnival Row parla proprio di questa violenza sociale che è tipica dei nostri tempi e cerca di curarla con la magia e la speranza.
I protagonisti sono molto bravi a rappresentare questo malessere; eppure, non si arrendono miseramente ad esso e diventano, a modo loro, paladini di una causa sociale più ampia e mostrano la tenacia e la volontà tipica delle lotte partigiane che abbiamo avuto modo di incontrare nelle sanguinose storie del mondo.
Non farò spoiler della trama ma sappiate che, se non vedrete questa serie, vi perderete combattimenti, trame ed intrighi e tutto questo farcito da intrighi governativi che vede due opposte fazioni (conservatori e innovatori) combattersi tra loro e rischiare di perdere completamente il contatto con il proprio popolo.
Carnival Row è un progetto in due atti
Joe Wright (regista di capolavori quali Espiazione, Anna Karenina, Orgoglio e Pregiudizio) dirige questa serie tra le strade di Praga e l’entroterra della Repubblica Ceca. Come al solito si tratta di una narrazione che scivola molto bene, ricca di situazioni interessanti e con spunti ben realizzati ma mai privi di umanità. L’opera di questo regista si caratterizza, infatti, da un’attenzione quasi maniacale dei dettagli visivi ed emozionali e non mancano qui né gli uni né, tantomeno, gli altri.
Forse l’unica nota negativa sono proprio i due protagonisti che, pur essendo estremamente belli a livello estetico, non funzionano bene tra loro e manca palesemente quella chimica che avrebbe reso il prodotto finale perfetto. Quindi manca sempre qualcosa ma non si può dire mister Wright abbia toppato mostrando, anzi, di essere in splendida forma.
La Row è una strada, una zona di una città immaginaria (Burgue) in cui verranno relegati i reietti fatati (definiti in modo dispregiativo “critch”) e tra questi abbiamo fate, fauni, centauri e streghe dai poteri oscuri.
Ecco, in breve, abbiamo una serie di cliché che funzionano nella dinamica della narrazione e, infatti, la storia si fa guardare perché mescola un amore tragicamente osteggiato ad una ricerca di un serial killer molto simile alla narrazione di Jack Lo Squartatore.
Carnival Row è una serie che va vista perché, anche attraverso la narrativa fantasy, si possono toccare temi importanti ed è bene non dimenticarlo.
Ludovica Cassano