Categoria: Tècne Magazine
Un cast stellare per una pellicola che non tradisce le attese La famiglia non manca mai. Nell’universo più veloce e furioso che ci sia, questo legame unisce tutti i capitoli della saga. L’incipit è proprio in tal senso, anticipando qualcosa che solitamente sia riservato alla fine. Socialità e moralità intorno a un tavolo, barbecue e pourparler focalizzano il filo conduttore del kolossal. Revival e amarcord, Fast X ha un passato, un presente e un futuro. Nulla è un inedito in Fast and Furious, il carattere evocativo e causale caratterizza anche questa pellicola. Piacevole rivedere qualcuno che abbiamo tanto amato, vivrà sempre sulle note di See You Again. Lo rivedremo. Ancora. Chi invece vediamo bene è proprio Mia, incantevole sognatrice, inguaribile romantica, discutibile artista marziale. Un po’ singolare lo charme…
Sarah Margaret Fuller fu una delle più grandi intellettuali del XIX secolo, una pioniera nel suo genere. Fu capace di cimentarsi senza alcuna difficoltà dalla prosa alla poesia non trascurando l’impegno sociale e civile. Una donna che ha saputo inserirsi in un periodo storico nel quale la figura femminile era considerata un surrogato dell’uomo. Nasce a Cambridge, nel Massachusetts, il 23 maggio 1810 e fu inizialmente educata in casa dal padre, Timothy Fuller, un avvocato e politico piuttosto noto a quel tempo, convinto che i ragazzi di ambo i sessi dovessero ricevere la stessa formazione, in contrasto con le idee del periodo. Proprio grazie al liberismo intellettuale paterno la giovane viene spinta a insistere verso lo studio e si mostrerà una mente davvero curiosa e preparata: una studentessa modello e…
Il titolo non è di certo un caso. Un pronome possessivo attribuito ad un’adolescente, ragazza semplice e ribelle, con le richieste strampalate ma normali, difficili ma non impossibili da gestire, nel periodo più duro. Il film si condensa in una libertà perduta. La libertà di avere dei bisogni, la libertà di scelta e la possibilità di avere propri sogni, magari “sbagliati”, irraggiungibili e non condivisibili. Perché il sottotesto del film è proprio questo: cosa c’è di sbagliato ad avere dei desideri, seppur non convenzionali, se questi stessi sono giovani, in erba e senza malizia. Il possesso è certamente il tema centrale del film, che è un crescendo di tensione. Ci regala momenti di delicatezza mista a tenerezza ma al tempo stesso investe il pubblico di tensione emotiva in un…
Anni 80. Anni 80 ovunque. Money for Nothing dei Dire Straits apre un’affascinante panoramica degli 80’s. (Sebbene sia leggermente successiva al periodo del film. Ci hai provato, Ben). Una carrellata retrò di un iconico decennio per cinema, musica, arte. Annali genitoriali di una paternità certa di ogni cosa viviamo oggi. Consumismo, marketing estremo, Nike sopra ogni cosa. Adesso. Negli anni 80 Adidas e Converse spopolavano e spadroneggiavano nel mercato delle scarpe da basket. Due realtà opposte ma così vicine in un primato che Nike mai avrebbe potuto raggiungere. Baciata già ampiamente dalla fortuna e dal genio del proprio fondatore, Phil Knight, Nike cavalcava l’onda del jogging e si accontentava di ingrassarsi sui passi di milioni di americani. Come ben sappiamo, qualcosa è cambiato. E non stiamo parlando di Jack Nicholson.…
Un cast d’eccezione per un tentativo ampiamente riuscito La settima arte riaccoglie il gioco di ruolo fantasy più famoso al mondo. L’universo di Dungeons & Dragons torna a distanza di anni a occupare il grande schermo. Un tentativo ben riuscito. Comico. Irriverente. Incoerente. L’onore dei ladri incarna finalmente il vero spirito di D&D, conferendo un margine (seppur non troppo esteso) di tecnicismo nerd alla narrativa fantasy. Beholder accennati e Belve distorcenti in estatica caccia all’uomo caratterizzano un’ambientazione congruamente coerente con un modo fantastico, ma con le sue regole. Paradossi e humour tagliente accompagnano un gruppo di eroi ed eroine quanto mai improvvisato ed eterogeneo, ma ben rispondente a ogni buona caratterizzazione GDR che si rispetti. Chris Pine appare a suo agio nei panni di un diffidente ma sensibile ladro.…
Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate Irreale. Spettacolare. Chad Stahelski è andato all-in. John Wick si gioca il tutto per tutto. Vuole ancora la pace. Prepara l’Armageddon. La guerra non basta. È necessario tagliare la testa del serpente. Che accade quando il serpente sia un’Idra con un’infinità di teste? Si trova un motivo narrativo che permetta a John di barcamenarsi per quasi tre ore di film con un obiettivo che sembri l’unica cosa credibile di fronte alla fenomenologia dell’impossibile. Plausibile. Impossibile. Discutibile. Curioso da dire, ma il capitolo 4 si manifesta come la summa del franchise. Oltrepassa la novità del primo, estende la fotografia del secondo, complementa i tecnicismi del terzo. Soprattutto, riesce a fornire ancor più azione di Parabellum, complici elementi narrativi coerenti con il suo predecessore. Amplificata ancor di…
Un’isola affascinante è teatro di una storia paradossale. Quanto mai attuale. Non banale. Il regista (Martin McDonagh) ci offre uno spaccato di due filosofie autoevidenti in atavico contrasto tra loro, seppur legate da decenni di vicinanza fraterna. Un’amicizia pluriennale sferzata da sinistre forze che giochino al fraintendimento e rischino di essere volano di atrocità. Cantori di tragedie dal verificarsi incerto, sono quasi personificate in immagini caricaturali che non esistono più, nonostante molto feconde nella mitologia irlandese. La versione italiana purtroppo cambia il titolo e non rende giustizia all’intento del regista, quello di caratterizzare un’essenza infausta che nel folclore irlandese si delinei in donne legate a famiglie dai tipici nomi familiari Mac o Mc, giocando sul paradosso del proprio cognome, in omaggio alle origini parentali. Una narrazione dall’incedere ovattato, lento come…