“Il resto delle briciole”, una raccolta di Renato Criscuoli

Intervista a un giovane scrittore che ha portato avanti la passione per la scrittura

Renato Criscuoli, classe 1996, nasce e risiede a Salerno.

Dopo avere frequentato il liceo classico, si laurea in filosofia mantenendo sempre viva la sua passione per la scrittura e la musica.

La sua prima opera si intitola “Il resto delle briciole” e nell’intervista che segue, Renato ci racconta come è nata la sua passione per la scrittura.

M.L.: Come è nata la sua passione per la scrittura?

R.C.: “Generalmente ho sempre scritto però sempre per me stesso, poi dopo essermi laureato in filosofia la cosa mi ha preso un pochino di più. Mi sono impegnato e sicuramente non pensavo di pubblicare delle poesie. Pensavo che, qualora avessi mai avuto una prima pubblicazione, sarebbe stata un saggio oppure un’opera di narrativa, però negli ultimi anni mi sono ritrovato principalmente a scrivere poesie”.

M.L.: Come mai si è dedicato alle poesie?

R.C.: “Mi sono trovato a scrivere poesie per determinate situazioni, non solo emozioni o eventi della mia vita e quindi andando avanti ho capito che non si trattava di una brutta strada da perseguire e ho continuato”.

M.L.: Il titolo ha un significato personale?

R.C.: “Il titolo ha un significato personale. All’inizio volevo chiamarlo semplicemente “Frammenti” però mi sembrava molto generico. “Il resto delle briciole” mi è venuto pensando a una scena in particolare: quando tagli il pane, lascia delle briciole sul tavolo, sul tagliere e a volte per pulirlo passi la mano, ma il palmo essendo più umido, fa sì che molte briciole rimangono attaccate e per quanto tu possa strofinarti, rimane sempre una sorta di patina fin quando non ti vai a lavare le mani.

Quindi l’idea era quella di riproporre l’immagine e darle come significato il fatto che nella vita tante cose che succedono, lasciano sempre una traccia e quindi anche se passa il tempo non scompaiono mai del tutto.

Per quanto riguarda la grafica, sono inseriti gli elementi ricorrenti, ovviamente la scrittura, l’acqua e tutte le sue trasformazioni, una copertina che racchiude tutto”.

M.L.: Quale poesia sente più vicino?

R.C.: “Non ho dato titoli alle poesie perché scrivevo delle cose e poi andavo avanti, però, secondo me non è necessario intitolarle.

La poesia che sento più vicino, molto banalmente direi quelle dedicate alla famiglia, però è scontato, perciò una che mi piace tanto è proprio la prima”.

M.L.: Sbaglio o in molte poesie parla d’amore?

R.C.: “Ci sono parecchie poesie che parlano d’amore, una tematica che fa parte della vita di tutti”.

M.L.: Quale tematica sente più vicino?

R.C.: “La malinconia, anche perché rileggendole mi sono accorto che alla fine il sentimento prevalente in un modo o nell’altro è la nostalgia, la malinconia.

La malinconia poiché ci sono sentimenti, emozioni, eventi passati che forse non ci abbandonano mai del tutto e che ritornano, sotto forme diverse.

La malinconia intesa sia come il ricordarsi un evento del passato, sia come un senso d’inadeguatezza, un riempire dei vuoti che alla fine restano vuoti.

M.L.: Cosa vuole trasmettere a chi legge tue poesie?

R.C.: “In realtà, più di trasmettere un messaggio o delle immagini, io spero che qualcuno, leggendo le mie poesie, si senta meno solo, anche rispetto a una dinamica della propria vita. Il mio obiettivo è quello di regalare qualcosa che possa sollevare un po’”.

Renato conclude l’intervista facendoci sapere che nelle sue poesie, più che riferimenti letterari, ci sono riferimenti filosofici.

Martina Luciani

Il libro

“Il resto delle Bricole”,la raccolta di poesie di Renato Crisculi è un viaggio “interiore” dell’artista emergente, passando da poesie decorate alla famiglia, all’amore a poesie dove esce fuori tutta la malinconia.
Malinconia, elemento ricorrente nella sua vita che molto spesso lo porta a sentirsi inadeguato in qualsiasi contesto.

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