Napoleone, l’ultimo film diretto da Ridley Scott

Guardando l’ultimo film di Ridley Scott si capisce molto bene la passione che il regista ha nei confronti dei colossal storici. Dopo aver riportato la Roma antica, dopo aver riconquistato Gerusalemme e visto i crociati combattere…ora ci si immerge tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800.

Il film inizia con il periodo del terrore post Rivoluzione francese del 1789 e un giovane Napoleone Bonaparte, ancora sconosciuto, assiste alla decapitazione dei nobili francesi per mezzo del popolo di Francia. Quel popolo si sta ribellando ferocemente ai soprusi di nobili distratti dal lusso ma non si sta rendendo conto di essere piombato in un altro genere di controllo, quello dei capi rivoluzionari che si stanno sostituendo ai nobili e che usano gli ideali rivoluzionari a proprio vantaggio, anche personali.

L’incipit narrativo è decisamente funzionale ad una narrazione che mostrerà, a breve, l’ascesa di un generale a comandante e poi console. In una situazione politica incerta, l’esercito riveste un ruolo di primo piano e chi lo guida acquista un potere immenso. Napoleone è certamente ambizioso oltre che molto abile dal punto di vista di conoscenza delle tecniche militari e riesce ad ottenere titoli sempre maggiori. Il triunvirato come console lo condurrà alla carica di imperatore con la famosa scena dell’incoronazione nella cattedrale di Nostre Dame a Parigi con accanto la sua imperatrice Giuseppina di Beauharnais.

Napoleone e la sua Giuseppina

Significativo nel film è il ruolo della consorte di Napoleone, ovvero la prima moglie Giuseppina di Beauharnais interpretata dall’attrice Vanessa Kirby mentre il ruolo del protagonista spetta al poliedrico Joaquin Phoenix. Entrambi esprimono al meglio l’introspezione dei propri personaggi: mentre Napoleone è un uomo alimentato esclusivamente dalla gloria personale e quasi asettico anche nell’amore (che appare, almeno nel film, una conquista senza apparente spargimento di sangue), la figura di Giuseppina mostra una doppia natura, irriverente e controllata. Scott tratteggia una coppia disfunzionale ma, al contempo, apparentemente funzionante probabilmente anche perché si parla di un periodo storico dove la donna non aveva certamente le libertà e l’indipendenza che ha adesso e, quindi, era inevitabilmente sottomessa alle volontà maschili.

Ebbene Napoleone ama Giuseppina ma la sua natura di militare e di egocentrico non gli faranno mai godere appieno di questo amore che appare, spesso, macchiato dal controllo patriarcale. Giuseppina, di contro, subisce ma si rende conto che il prestigio ed il potere di Napoleone sono molto più che una nobile caduta in disgrazia dalla Rivoluzione potrebbe ambire.

In conclusione, Napoleone

La pellicola ha una durata importante (si tratta di 2 ore e 38 minuti) che scorrono e risulta un film visivamente molto ben riuscito. Quest’ultimo, un vero e proprio tratto di fabbrica di Ridley Scott.

Phoenix è bravissimo a descrivere un uomo che sembra non rendersi conto della distruzione che lo circonda, avvolto perennemente nell’autocompiacimento e privo di autocritica. Vengono descritte le fasi principali della vita militare e personale del personaggio di Napoleone che resta, comunque, una figura storica divisiva tra chi lo reputa un genio (seppur militare) e chi un folle megalomane. In queste due posizioni il regista non sembra volersi schierare e lascia al lettore la decisione ma non lesina di mostrare entrambe questi elementi caratteriali.

Forse Scott ha trattato in modo un po’ troppo sbrigativo il periodo che va dalla campagna di Russia al secondo esilio nell’isola di Sant’Elena perché ha voluto, narrativamente parlando, raccontare maggiormente lo strano rapporto o meglio il peculiare modo di vivere la relazione tra Napoleone e Giuseppina (l’unica donna che, comunque, pare abbia davvero amato).

Chiudendo con tre parole di Napoleone:

Francia…Esercito…Giuseppina.

Ludovica Cassano

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