Pier Paolo Pasolini. Per molti l’ultimo vero intellettuale

Pier Paolo Pasolini nasce nel quartiere di Santo Stefano di Bologna il 5 marzo 1922. Figlio di Carlo Alberto Pasolini (un ufficiale di fanteria bolognese) e di Susanna Colussi (maestra friulana di Casarsa della Delizia); mostra sin da piccolo una spiccata attitudine estetica nei confronti dell’arte e della letteratura.

I primi problemi Pier Paolo li vivrà già in ambiente domestico perché, mentre manterrà fino alla fine dei suoi giorni, un rapporto stupendo con la madre, non si potrà dire la stessa cosa per il rapporto paterno che fu il classico soldato e, per di più, fascista convintissimo. Proprio Carlo Alberto salverà la vita di Mussolini in un attentato a Bologna.

Pier Paolo è il primo di due figli, fratello di Guido con il quale avrà sempre un rapporto molto intimo probabilmente perché quest’ultimo morirà per mano dei partigiani comunisti mentre era parte della fanteria di partigiani della brigata di Osoppo, nella tragica vicenda della strage di Porzus a soli 19 anni. La morte di Guido porta Pier Paolo a dedicargli una poesia molto struggente nella quale si strugge di dolore e celebra la giovinezza perduta del fratello.

Questo lutto, il rapporto teso con il padre, generano certamente una mancanza affettiva nella mente giovane sensibile di Pier Paolo Pasolini ma questi va avanti e si laurea in Arti Figurative con il famosissimo critico d’arte Roberto Longhi. Pasolini è già un embrione di ciò che, a breve, sarebbe diventato: un meraviglioso pensatore e uno sfrontato critico.

I primi problemi di Pasolini 

Subito dopo la laurea, Pier Paolo Pasolini inizia ad insegnare e proprio un pomeriggio (con alcuni suoi alunni) si ubriaca ed iniziano a circolare delle voci che lo vedono coinvolto in atteggiamenti contrari alla morale e per il quale finirà sotto processo. Verrà assolto ma questo scandalo gli faranno perdere la cattedra e lo marchieranno a lungo. A causa di ciò lui e la madre partono alla volta di Roma.

A Roma Pasolini trova la sua grande ispirazione forse anche grazie ai giovani romani che incontra e che caratterizzano le strade di Roma; dapprima insegnerà a Ciampino, poi inizierà a lavorare come correttore di bozze e conosce una serie di personalità che si riveleranno fondamentali per la letteratura e poesia del novecento italiano quali Carlo Emilio Gadda, Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci, Sandro Penna e proprio con quest’ultimo incontra Sergio Citti con il quale avrà una lunga collaborazione artistica.

Nel frattempo, scrive e riceve premi che continua a racimolare per il bisogno di denaro.

Il successo di Pier Paolo Pasolini

Con Ragazzi di vita, Pier Paolo Pasolini ha la vera incoronazione artistica: trattante lo scottante tema della prostituzione maschile che è sia contemporaneo quanto non riconosciuto dalla cultura benpensante. Nonostante sia stato estromesso da tutti i premi letterari, il libro ottiene un grande successo di pubblico. Da questo momento Pasolini non è più soltanto un sodomita ma diventa un letterato a cui, volente o dolente, ci si deve interfacciare.

Gli anni ’60 sono prettamente quelli del cinema e che lo vedono impegnato come regista ma anche come sceneggiatore (per i suoi film e per film diretti da altri registi). Saranno, infatti, gli anni di Accattone, Il vangelo secondo Matteo oppure Mamma Roma.

Tra i mille impegni di Pasolini, citiamo gli Scritti corsari che furono una serie di articoli (assolutamente decisi dall’autore) presso Il Corriere della Sera e che Pasolini scrisse tra il 1973 e il 1975. Si trattava di articoli trattanti tematiche assolutamente contemporanee: parlò del comunismo, della urbanizzazione selvaggia, del petrolio ecc. e ogni articolo era disarmante perché sincero come nessuno avrebbe fatto prima e dopo di lui. Va ricordato che quelli erano anni difficili, i cosiddetti “anni di piombo”. Pasolini non lesinava critiche ai fascisti, ai comunisti e anche alla Democrazia Cristiana (partito politico in carica praticamente sin dalla nascita della Repubblica).

Nel 1975 dirige il suo ultimo film Salò o le 120 giornate di Sodoma che fu un film criticatissimo, crudo, violento e che mostrava con durezza, alla maniera di Pasolini, la violenza del pensiero e del modo di vivere fascista. Non vedrà mai la programmazione perché le bobine del film vennero rubate e furono ritrovate solo postume.

La morte di Pier Paolo Pasolini

La notte del 2 novembre 1075 Pasolini muore, sul litorale di Ostia; verrà ritrovato martoriato, tra le dune, tumefatto. La morte di Pasolini resta ancora adesso un mistero: all’inizio viene condannato Giuseppe “Pino” Pelosi (un giovane diciassettenne) che si dichiarerà colpevole; eppure, la versione del Pelosi non convince del tutto ma la società potente del tempo non considerava Pier Paolo Pasolini degno di giustizia e il caso viene chiuso.

Ora si aprono piste fasciste come coloro che fecero un agguato e uccisero l’intellettuale.

Pasolini resterà per sempre un intellettuale al servizio dei più poveri ed emarginati.

Ludovica Cassano

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