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Sinossi
Questo lavoro è il risultato di una ricerca durata più di un anno, svolta nella biblioteca dell’Ateneo Veneto a campo San Fantin a Venezia e riguarda gli anni 1940-1950/51. Nelle riviste dell’Ateneo venivano riportate le rassegne librarie, le conferenze, le memorie dei più recenti studi riguardanti l’arte, la storia e la letteratura, per cui la loro consultazione è molto utile per ottenere una vasta panoramica sul clima culturale dell’epoca. Dal quadro che ne risulta prevalgono gli studi sulla storia e l’arte veneziana, ma filtrate attraverso la cultura dominante, in quel periodo di regime totalitario. Sono numerosi, infatti, i riferimenti alle vicende del tempo, forse più negli studi storici che in quelli letterari, mentre gli studi artistici esaltano l’opera dei grandi artisti del Rinascimento, senza tuttavia ignorare i grandi capolavori delle opere dei pittori dell’Otto-Novecento. Nonostante l’entrata in guerra dell’Italia e le tragiche vicende che ne conseguirono, la cultura veneziana di quel periodo risulta più che mai ricca e vivace, spesso ossequiosa al regime, dato inevitabile se teniamo conto che il comando nazifascista a Venezia era presente a Ca’ Giustinian, da dove esercitava il suo controllo. Il 28 luglio del 1944 la sede del comando subì un attentato partigiano, a cui seguì una dura rappresaglia con la fucilazione di tredici sandonatesi, detenuti a Santa Maria Maggiore. La letteratura, invece, spazia in un clima di maggiore libertà se si attiene alla critica crociana. Dopo la Liberazione e la ritirata dei nazi-fascisti riprese pian piano l’attività dell’Ateneo e, con maggiore lentezza, quella della Rivista; troppi rancori e incertezze nel clima politico italiano influenzavano il mondo della cultura, ma negli anni Cinquanta il decollo economico si accompagnò allo sviluppo degli studi e diede spazio alle molteplici e copiose novità della cultura della Ricostruzione.
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