Simona Falletti in “La voce dentro”

Una lettura evocativa fatta di istantanee interiori in cui ritrovarsi e da cui ricavare una riflessione per sé importante

Simona Falletti, nata a Roma il 15 luglio 1969, cresce immersa nei libri del padre, che ama definire “uomo di penna”.

Sin da piccola esplora con curiosità la biblioteca paterna assistendo a vivaci salotti di discussione su svariate argomentazioni. Solo in età adulta inizia a scrivere guidata da un’ispirazione che la porta a creare le proprie poesie con tratti delicati, finemente evocativi.

“LA VOCE DENTRO”, racconta con gentilezza alcuni tra gli aspetti più interiori dell’uomo, della donna e dell’esistenza.

M.L.: Lei è cresciuta immersa nei libri di suo padre, come mai ha iniziato a scrivere solo in età adulta?

S.F.: “Mi è gradevole associare l’inizio della scrittura a quei bambini piccoli che inizialmente parlano poco e poi quasi improvvisamente meravigliano tutti con piccoli discorsi compiuti. In realtà essi assimilano in silenzio, elaborando ciò che arriva dall’ambiente circostante, fino a quando, pronti, si lanciano partecipando alle cose del mondo.”

M.L.: Il titolo che significato ha?

S.F.: “Il titolo ha un significato intimo, racconta dell’ascolto interiore; quell’ascolto che si è disposti a incontrare quando si decide di chiudere il rumore fuori da sé.”

M.L.: Il libro racchiude poesie molto diverse tra loro, quale tematica sente più vicino?

S.F.: “Senz’altro l’amore, a volte terreno, ma molto spesso universale e non si sa dove finisca uno e dove inizi l’altro. Spesso in un continuum tra sogni, riflessioni, raggiungimenti interiori ed emozioni.”

M.L.: Ha preso ispirazione da qualcosa in particolare?

S.F.: “Mi sono ispirata al centro di tutti noi. A quelle correnti del cuore che portano lontano, a volte anche in luoghi che fanno paura, ma che per loro natura fanno poi sempre ritorno, recando con sé ricordanze, scoperte e raggiungimenti fino ad allora segreti.”

M.L.: Ha incontrato difficoltà durante la scrittura?

S.F.: “Mai, è un fluido che diventa inchiostro in pochi istanti.”

M.L.: Ha il desiderio di spaziare in altri generi o vuole continuare su questo filone?

S.F.: “A oggi le brevi rappresentazioni mi rispecchiano più che altro. Ammiro i romanzieri e tutti coloro che di una piccola idea intuitiva ne fanno giganti letterari di tutto rispetto. A me, tuttavia, piace offrire una lettura evocativa fatta di istantanee interiori in cui ritrovarsi e da cui ricavare una riflessione per sé importante oppure un’onda emotiva da vivere intimamente.”

M.L.: Quale poesia sente più vicino?

S.F.: “Tutte, sono tutte figlie amatissime! Di ognuna un riflesso, un’angolatura, un inciampo. È l’anima che vestendosi di versi si è mostrata al mondo.”

Martina Luciani

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