Valentina Guaitoli, “Sotto cento lenzuola”

Una giovane appassionata di danza sente l’esigenza di esprimersi attraverso le parole

Valentina Guaitoli, nasce nella periferia Romana e sin da piccola si appassiona al mondo della danza.

Si impegna fino ad ottenere una borsa di studio e vola a New York. Successivamente si avvicina ai romanzi e inizia a scrivere testi in prosa per uno spettacolo teatrale.

Nel 2024 esce il suo primo romanzo “Sotto cento lenzuola”. Nel libro racconta la storia di Anna, 30enne, impegnata nella sua carriera lavorativa, fino a quando qualcosa cambierà le carte in tavola.

M.L.: Come è nata la sua passione per la scrittura?

V.G.: “La passione per la scrittura è nata da adolescente. Trascorrevo molto tempo da sola e amavo guardare film d’amore, forse ne guardavo un po’ troppi però perché spesso influenzavano la vita vera. Avevo alte aspettative che rimanevano quasi sempre deluse, perciò le grandi storie che guardavo nei film per me erano un vero e proprio rifugio, un mondo tutto mio. Cosi cominciai a scrivere su un diario tutto ciò che immaginavo.”

M.L.: Il mondo della danza, a lei molto vicino, ha influenzato la strada della scrittura?

V.G.: “Assolutamente si, soprattutto quando ho conosciuto Maria Luisa Cavallo, la mia coreografa, insegnante, mentore e amica. Quando sono entrata a far parte della sua compagnia il teatro e la danza erano diventati tutto, gli spettacoli che si mettevano in scena avevano una vera e propria storia e ognuna di noi danzatrici rappresentava qualcosa e doveva trovare il suo modo di esprimersi. È lì che ho cominciato a dare il mio contributo scrivendo i primi testi dei nostri spettacoli.”

M.L.: Il titolo del libro ha un significato particolare?

V.G.: “Tengo molto al titolo del libro. Inizialmente era un altro, ma quando il testo fu terminato ho sentito l’esigenza di cambiarlo perché la storia e i personaggi avevano preso una vita propria e quindi ho capito che dovevo trasmettere al lettore una curiosità maggiore: quella marcia in più che lo spingesse ad andare oltre e a leggere pagina dopo pagina.”

M.L.: Cosa vuole trasmettere al lettore?

V.G.: “Voglio far capire che l’apparenza molto spesso inganna. Nel titolo del mio romanzo c’è un chiaro riferimento erotico che secondo me è l’essenza di ogni storia d’amore, ma c’è anche un altro significato più profondo che si scopre solo verso la metà del libro.”

M.L.: Ci sono riferimenti letterari ai quali si è ispirata per scrivere il romanzo?

V.G.: “Nessuno in particolare, ma leggo molti autori moderni e quindi mi sono ispirata alla scrittura attuale, semplice ma diretta.”

M.L.: C’è qualcosa di personale nella figura di Anna?

V.G.:” C’è parecchio di personale nella figura di Anna: ci sono i miei tormenti interiori ma anche tutto ciò in cui credo, soprattutto le mie speranze.”

M.L.: Ritrova qualche elemento della danza nella scrittura?

V.G.: “Si, la disciplina e la passione! Senza di esse non puoi essere una brava ballerina e non puoi neanche scrivere un romanzo d’effetto che trasmetta qualcosa al lettore. La danza ti salva la vita e la scrittura anche. Almeno per me è stato così.”

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