Valperga – Vita e avventure di Castruccio Castracani Principe di Lucca di Mary Shelly

Il romanzo del quale mi sto accingendo a trattare è un’opera che ha avuto una sorta di rivincita in tempi recenti e non è la narrazione più celebre della scrittrice inglese Mary Shelley.

Il titolo in realtà è Valperga – Vita e avventure di Castruccio Castracani. Principe di Lucca – ed occorre già porre una certa attenzione nei confronti di questo parametro perché il titolo originale era esclusivamente Valperga ma la scrittrice chiese supporto al padre William Godwin  e questi consigliò di inserire un sottotesto che spostasse l’asse su due direzione. Il risultato finale, il titolo completo che conosciamo oggi, è una sintesi perfetta che esprime già l’idea innovativa che sta alla base della scrittrice.

Mary Shelley, infatti, realizza un romanzo (1818-1821) a metà tra l’invenzione e a metà tra la vera storia. Già prendendo in esame i protagonisti abbiamo:

  • Castruccio Castracani, personaggio storico davvero esistito, famoso condottiero toscano che ha guidato la fazione dei Ghibellini e che Dante Alighieri cita nella Divina Commedia

  • Eutanasia è la signora di Valperga, cittadina collocata nel mezzo tra Lucca e Firenze (tra Ghibellini e Guelfi) che la dama guida con compassione, con il desiderio di pace pur essendo guelfa per eredità paterna e materna, personaggio inventato

  • Beatrice, una giovane con un passato incerto che fu considerata una sorta di profetessa (per alcuni) e strega (per altri) che è un personaggio di fantasia.

Si può notare già a colpo d’occhio che l’equilibrio che regge i tre personaggi è segnato dalla componente femminile inventata in opposizione con il protagonista maschile che è un personaggio storico a tutto tondo. Questo, però, non denota che la realtà sia meglio della fantasia perché Castruccio è un fanciullo, che passa dall’esilio da fanciullo (senza denaro, né una propria dimora) a diventare – alla fine della storia – un vero e proprio principe ed ottiene tutto a suon di spada e di guerre. Un uomo d’armi, abituato a ragionare attraverso la guerra e la logica di prepotenza e della “legge del più forte” che vince sempre. La visione dell’uomo condottiero, ambizioso, non interessato alla cultura ma alla forza si oppone alla grazia della Signora di Valperga, Eutanasia, una fanciulla dall’animo gentile che cresce e si connota nell’amore verso il prossimo, che sogna una pace tra Guelfi e Ghibellini.

 Cosa rende il romanzo Valperga come unico?

Mary Shelley studia tantissimo per realizzare questo romanzo che risulta abbastanza importante ma che venne tagliato di circa 1/3 in conseguenza dell’intervento paterno che rimosse le minuzie descrittive originali che descrivevano la natura dei luoghi toscani e di molte battaglie. Shelley conosceva molto bene la Toscana (regione che amava moltissimo) perché aveva avuto modo di vivere per un lungo periodo in Italia con il marito Percy Shelley – per approfondimento consiglio mio articolo precedente dal titolo Percy e Mary Shelley nel loro viaggio di vita italiana

Si tratta di un romanzo che la scrittrice pensa come una denuncia sociale e politica che vede gli esseri umani incapaci di gestire se stessi e vivere perennemente mossi dal desiderio di supremazia, la mente di Mary osserva il potere della cultura che permette all’individuo di ergersi al di sopra della presunzione. Nel farlo si ispira ad un territorio che ben conosce e, soprattutto, ad un periodo storico estremante denso di avvenimenti storici quali il Trecento imperversato da moltissime guerre interne al territorio italiano (all’epoca ancora non pensato come tale) e tratta anche il rapporto tra potere laico e potere religioso. La storia è presente nelle varie guerre tra signorie italiane e si mescola alla fantasia e al romanzare, anche romantico, di due fanciulli amici (Castruccio ed Eutanasia) che diventano innamorati e si giurano amore eterno ma questa promessa è destinata ad infrangersi con l’arrivo dell’ambizione.

Cosa si può aggiungere alla descrizione di Valperga?

Non ho alcuna intenzione di smascherare nulla circa la trama del romanzo che vi consiglio di leggere perché molto bello e scorrevole pur essendo corposo nella presentazione fisica.

Mary Shelley, conosciuta principalmente per aver scritto Frankenstein, qui lascia da parte quelle ambientazioni tetre e uggiose e mostra il susseguirsi delle stagioni, descrive la calma della campagna italiane e la vita nelle corte con i suoi cerimoniali.

Castruccio si sposta molto nel territorio e conosce personalità importanti e semplici contadini che gli insegnano qualcosa e sarà proprio l’ambizione del giovane a spingerlo ad accettare certi modelli e scansarne altri. L’amore per Eutanasia sarà una costante ma non sarà esclusivo e Mary Shelley è bravissima a mostrarci che ogni cosa è conseguenza di qualcosa d’altro.

Mary Shelley resta una delle voci più profonde e femministe della letteratura inglese e del panorama mondiale e ValpergaVita e avventure di Castruccio Castracani. Principe di Lucca è un suo “figlio” (amava considerare i romanzi come se fossero dei figli) molto speciale. Buona lettura!

Ludovica Cassano

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